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Il Museo Flaminio Bertoni si è trasferito nelle ex Officine Caproni, sede di Volandia

I gioielli del Museo Flaminio Bertoni trovano casa all’interno delle ex Officine Caproni, nel reparto che la storica azienda di Vizzola Ticino, aveva già adibito al reparto lattoneria. Una scelta voluta e quasi obbligata, una sorta di omaggio al varesino Bertoni che del designer della lattoneria ha fatto un’arte, realizzando modelli automobilistici entrati nella leggenda. Solo per citarne alcuni la Traction Avant, la Citroën DS, la 2 CV e la Ami 6. Ma il museo Bertoni non è solo automobili: da domani a Volandia sarà possibile ammirare anche una parte della sua produzione di artista che raccoglie bozzetti, disegni, sculture e studi per la realizzazione delle carrozzerie di automobili e autofurgoni.

Volandia continua così a crescere diventando sempre più punto di riferimento per l’intero territorio allargando i suoi orizzonti: dalla collezione di aerei, che è il cuore del museo, alla prestigiosa collezione di trasporti del professor Ogliari per arrivare oggi a quella di Flaminio Bertoni.

Bertoni venne assunto non ancora trentenne alla Citroën di Parigi

Flaminio Bertoni nacque a Masnago e non appena conseguita la licenza tecnica entrò come apprendista nella Carrozzeria Macchi, divenuta poi Aermacchi. Di ritorno da una prima e feconda missione in Francia, aprì un suo studio di artista a Varese e dopo quattro anni diventò progettista indipendente, offrendo la sua opera a varie carrozzerie della zona, come la Varesina e la Baroffio. Nello stesso periodo, iniziò a partecipare a esposizioni artistiche in tutta Italia, quando, non ancora trentenne, venne assunto alla Citroën di Parigi.

Il varesino Bertoni è il padre di modelli che hanno fatto la storia dell'auto in Europa: come la 2 Cavalli, la Citroën DS, la Citroën Ami6

Pochi mesi dopo, in una sola notte, scolpì in plastilina il celeberrimo prototipo della rivoluzionaria Traction Avant, primo caso di vettura progettata in volume prima che nel disegno. Da quel momento in poi, la sua carriera di artista poliedrico, oltre che di raffinatissimo progettista tecnico, fu un crescendo interminabile tra opere di pittura, scultura, disegno. Prima del compimento dei quarant’anni, Bertoni aveva già disegnato le linee definitive della mitica 2CV e di altre vetture particolari, come il primo autobus “a visibilità totale” commissionatogli da Baroffio o come quelle di un curioso veicolo a tre ruote denominato Mathi. È suo anche il primo furgone a pianale unico del mondo, l’originale Citroën T.U.B., antesignano di tutti i moderni veicoli del genere. Costretto, per un incidente, a rimanere bloccato in un letto di ospedale per parecchi mesi, Bertoni intraprese un intenso periodo di studio che lo portò a realizzare oltre duemila opere tra ritratti, dipinti, acquarelli e disegni industriali per brevetti.

Nel 1955 venne presentata al Salone dell’Automobile di Parigi la sua più immortale creazione di design automobilistico, la Citroën DS. La Dèesse di Flaminio Bertoni fu la risposta alla domanda “Può un’automobile essere un’opera d’arte?”. Nel 1961 uscì la sua ultima creazione automobilistica, l’inimitabile Citroën Ami6, campionessa assoluta di vendite in Francia per tutti gli anni Sessanta e riconosciuta dallo stesso artista come il suo disegno più sentito. L’anno successivo, Flaminio Bertoni inaugurò il suo nuovo atelier di Antony, fuori Parigi, vincendo ancora una volta il primo premio al Salone dell’Arte Libera della capitale francese. Il 7 febbraio del 1964, d’improvviso, Bertoni morì per ictus cerebrale. 



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