Giuseppe Niesi con i ragazzi del Pmi Day.jpg

Da una parte l’articolo che non dà nulla per scontato e che con semplicità spiega concetti difficili come l’industria 4.0, l’economia circolare e il rapporto uomo/robot. Dall’altra l’imprenditore che si racconta. Terza e ultima puntata del viaggio di Varesefocus nell’industria vista e descritta dai ragazzi di terza media. Questa volta abbiamo messo a confronto i lavori di due “reporter” in erba che durante il Pmi Day hanno visitato la stessa azienda: la Cumdi di Germignaga. Il ritratto che ne emerge è sorprendente...

 

Christian Spozio - 3^B Scuola “V. Sereni” di Germignaga

Lo scorso 8 novembre la mia classe ed io siamo andati presso l’azienda Cumdi di Germignaga.
La fabbrica non è molto grande, ma nemmeno piccola, è di medie dimensioni.
All’interno ci sono venti operai che lavorano otto ore al giorno, cinque impiegati e tre meccanici manutentori.
L’azienda è stata fondata nel 1979 da Giuseppe Niesi, l’attuale proprietario. Proprio il signor Niesi ci ha raccontato che hanno iniziato con macchine già presenti sul mercato, ma in seguito ne hanno progettate di nuove, per soddisfare le esigenze dei clienti e per ottenere un prodotto migliore. Ci ha spiegato che, per realizzare una nuova macchina, sono partiti da un’idea, da quell’idea hanno creato un progetto e dal progetto hanno costruito il macchinario. Non molto tempo fa infatti, hanno realizzato una nuova macchina che fa il lavoro di un operaio, ma non lo sostituisce, perché l’uomo controlla il lavoro del robot e lo comanda.
L’operaio può verificare il prodotto realizzato dalla macchina: se non soddisfa le richieste, l’uomo dà nuove indicazioni al robot per ottenere un prodotto migliore.
I macchinari possono lavorare dalle cinquanta alle ottanta ore consecutivamente, ognuno ha un proprio disegno per ogni suo componente. Tutte le macchine sono munite di mole: una mola in diamante, che è il materiale più duro al mondo, ancora più duro del materiale che usano gli operai, e una mola conduttrice.
Il prodotto che esce dalle macchine è materiale grezzo, cioè non è ancora finito.
La fabbrica produce cilindri di metallo che poi vengono venduti ad altre aziende per fare, ad esempio, punte di trapani di diverse dimensioni e lunghezze. L’azienda, poco tempo fa, ha acquistato un magazzino digitale.
Gli operai, quando hanno bisogno di qualche pezzo, digitano il numero dello scaffale in cui si trova e automaticamente gli arriva, senza fare alcuna fatica e perdere troppo tempo.
La fabbrica inoltre non butta via niente. Tutti gli scarti di lavorazione delle mole vengono mandati in una vasca sotterranea, successivamente vengono portati in superficie e asciugati, infine messi in dei contenitori e venduti ad aziende specializzate per far tornare gli scarti materia prima.
Inoltre all’esterno c’è un capannone dove ci sono cinque vasche colme di acqua piovana, che contengono fino a ventimila litri di acqua, utilizzata per la lavorazione, senza alcuno spreco. 
Il tetto è ricoperto di pannelli solari, che producono l’equivalente di circa il venti per cento del consumo di energia dell’azienda. L’azienda è munita anche di un condotto dell’aria: prende l’aria dall’interno della fabbrica e la fa uscire, poi prende l’aria pulita dall’esterno e la immette nell’edificio.
Al piano superiore dell’edificio principale troviamo gli uffici, la “mente” della fabbrica, come ci spiega il signor Niesi. Ci lavorano tre signore e un signore che si occupano di preparare i cartellini per i prodotti e di gestire tutti contatti con i clienti. La Cumdi infatti lavora molto con clienti tedeschi, francesi, inglesi…
Nella fabbrica c’è un rumore assordante, personalmente non penso di poter sopportare otto ore là dentro, anche se è un lavoro che mi piace davvero…  E’ stata una visita molto istruttiva, mi ha molto affascinato, il lavoro che facevano gli operai mi intrigava, potrebbe essere una soluzione per il mio futuro…

 

Alessia Campana - 3^A Scuola “V. Sereni” di Germignaga

Sono io. Sono veramente io. Sono quella persona, quell’uomo che ormai bambino non è più da un pezzo. Sono colui che da piccolo, quando non ero ancora forte abbastanza, veniva picchiato a scuola, come tutti gli altri del resto. E questo mi ha reso più resistente, più responsabile, più severo con me stesso… la persona che sono ora.
Quando ero piccolo amavo sognare, stare sempre tra le nuvole, per i fatti miei, nel mio mondo.
In quel mondo che adesso è reale, che sto vivendo in questo momento, giorno per giorno…
Tutto ciò è nato per caso, grazie a un pensiero che mi frullava sempre in testa. Una semplice idea tra le altre milioni nel mio piccolo ma grande cervello. E da lì tutto è incominciato.
Mi ricordo quando ero ancora un giovanotto. Quando vidi mettere la prima mattonella per terra. Quando la mia ditta iniziò a produrre. Mi ricordo tutto, ogni singolo minuto, ogni singolo secondo.
Non volevo produrre cose banali, non volevo fare sempre le solite cose, volevo qualcosa che fosse al di sopra di tutte le altre fabbriche…
Così volli fabbricare un qualcosa che ad occhio nudo sembra un semplice pezzo di metallo, ma che al suo interno nasconde un milione di idee, consultazioni, rielaborazioni, come, in fondo, i miei pensieri…
Così, ogni giorno, i miei operai vengono nella mia fabbrica per produrre “semplicemente” dei cilindri, dei piccoli ma complessi cilindri che poi verranno venduti in tutto il mondo.
Il mio compito dentro questa ditta, a parte quello di fare il capo, è quello di controllare tutte le macchine, che tutto vada come deve andare e soprattutto far sì che i miei operai siano sempre con il sorriso; che ogni giorno, ogni mattina, si sveglino felici di lavorare; perché se il nostro cliente è soddisfatto, noi lo siamo il doppio.
Infine, non essendo ancora contento, ho voluto rendere questa azienda, una struttura ecosostenibile.
Niente di tutto ciò che c’è qua dentro è inquinante, nulla viene buttato via, tutto viene recuperato, perfino l’acqua per la produzione e i residui di lavorazione!
Essere una ditta al di fuori apparentemente così semplice, ma che al suo interno nasconde un sacco di idee e soluzioni, mi rende ancora più fiero di me, di me e dei miei operai…
Con questo spero di aver detto tutto, dietro ogni aspetto della mia ditta ci sono tutti i miei sogni e le mie idee…
Per questo dico a te, caro alunno che sei venuto a visitare la mia ditta, non impedire mai a nessuno di ostacolare i tuoi pensieri, quindi sogna!



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