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Bodini, sorprese al museo

In un cascinale della vecchia Gemonio interessanti presenze dell'arte contemporanea.

Nell'ampio panorama museale del territorio, un posto tutto speciale tocca al Museo Civico Floriano Bodini di Gemonio. Nato nel dicembre del '98 dal concorso di più volontà, quella dell'Amministrazione comunale, della Provincia di Varese, della Comunità Montana della Valcuvia e da un'importante donazione dello stesso Bodini, ha sede in un cascinale del '700. Dotato di porticato e fienile, acquistato nel 1990 dallo stesso Comune, l'edificio è esempio di una tipologia abitativa rappresentativa della tradizione, la cui ristrutturazione è stata realizzata e completata proprio quest'anno dagli architetti Annig Sarian e Gianni Pozzi.

La visita al museo di Gemonio, che davvero merita, per il doppio interesse delle opere e per l'intelligente e ben riuscito intervento di recupero architettonico, rappresenta anche uno stimolante viaggio nel cuore di un territorio dove lavoro, arte, tradizione e devozioni religiose sono sempre andati di pari passo; non è un caso che tra i rappresentanti di spicco di questi valori siano da collocarsi i Mascioni, organari che hanno portato in tutto il mondo i loro strumenti eccellenti in estetica e preziosità sonore.
Fin dagli anni Ottanta, in Gemonio si vagheggiava dunque la nascita di un'istituzione culturale che fosse luogo di incontro, di approfondimento e testimonianza della cultura espressa dal territorio.
Poi ci fu il ritorno in patria di Floriano Bodini, artista nativo proprio di Gemonio (1933), conosciuto in campo internazionale, e il suo impegno e quello dei ragazzi dell'Università di Darmstadt (dove gli era stata a suo tempo assegnata la cattedra di scultura) per la ristrutturazione della piazza della Vittoria. La riscoperta del concetto di bottega come luogo e momento della rivisitazione della cultura e della creatività, della tradizione e del territorio, e l'acquisto del cascinale da parte del Comune, suggerirono infine l'idea del museo, la cui prima ala fu appunto realizzata e inaugurata nel '98, con la presentazione ufficiale “Anteprima e divenire”.
Oggi, il completamento dei lavori di una seconda ala dell'edificio, sostenuto economicamente anche da un congruo contributo Cariplo, ha consentito di allargare la preesistente esposizione a ben quattrocento pezzi d'arte - tra pittura, scultura e grafica - presentando al pubblico tutte le collezioni contenute. Non solo le opere di Bodini: tra cui gli imponenti gessi de “I sette di Gottinga”, realizzato nel 1998 nella Piazza del Parlamento in Hannover, e la copia originale in gesso del “Cavatore di Carrara”, i bronzi dedicati a Paolo VI e ai ritratti dei familiari, il “Lamento sull'ucciso” (1961), opera di forte impatto emotivo, collocato nel cortile, e le numerose medaglie, ma anche opere di scultori entrati nella storia dell'arte. Sono Paolo Troubetzkoj, Giuseppe Grandi , Medardo Rosso, Francesco Messina, che di Bodini fu maestro a Brera, Lucio Fontana, per citare solo alcuni nomi.

La visita al museo si snoda piacevolmente tra i due piani dell'edificio e i suggestivi spazi di un giardino e di un loggiato, dedicati entrambi alla esposizione delle sculture. Caratteristiche le sale con i volumi
- sempre dono di Bodini - nelle cui bacheche è in mostra una preziosa serie di piccole sculture opera degli artisti sopra menzionati. Importanti anche le sezioni di pittura e grafica, con nomi di levatura internazionale collezionati da Bodini o aggiuntisi di recente: tra gli altri, Léger, Rouault, E. Baj, Casorati, Cassinari, De Chirico, A. Giacometti, Sutherland, Migneco, Morlotti, Brindisi, C. Cattaneo, Henry Moore, Tadini.
Un book-shop, sala conferenze e sala consultazioni completano gli spazi museali, offrendo l'esempio convincente di un museo di medie dimensioni al passo coi tempi e perfettamente inserito nel territorio.
Soddisfacente per ora la risposta dei visitatori, parecchi gli stranieri, che possono incontrare nello stesso territorio anche il museo dedicato a Innocente Salvini, l'indimenticabile artista di Cocquio, e la preziosa testimonianza architettonica della medievale chiesa di San Pietro.

Orario:
mercoledì, sabato e domenica
ore 10.30-12.30 e 15.00-18.30

01/18/2001

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