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Villa Carminati Brambilla: un patrimonio in Comune

Storia e Architettura per la "casa dei cittadini". II capolavoro di Teopold Pollack, visitato anche dal re Umberto, dal 1921 sede comunale di Castellanza.

Villa Carminati Brambilla, palazzo dalle inconfondibili forme semplici ed eleganti tipiche dello stile neoclassico, inizia la sua storia nel 1789. A tale data risale il progetto voluto dai marchesi Carminati di Brambilla per la loro vasta proprietà terriera di Castellanza, acquistata nel 1737 dal capostipite della famiglia Giulio Cesare Carminati.
I Carminati, residenti a Milano, amavano soggiornare a Castellanza. Fu proprio per questo che Gerolamo, figlio di Giulio Cesare Carminati, decise di costruirvi un palazzo affidando la progettazione a Leopold Pollack, architetto viennese allievo del Piermarini. Pollack, la cui opera più conosciuta è Villa Belgioioso (divenuta poi Villa Reale), presentò il suo progetto nel 1789 ed i lavori per la costruzione iniziarono nel 1800.
Il palazzo, che si presenta con una pianta a U, ha la parte centrale più alta e massiccia rispetto alle ali ed è caratterizzato ai piani superiori da una lunga serie di finestre. A pianterreno si apre un porticato a tre archi retti da semicolonne doriche. Le ali, che tendono ad una leggera chiusura all'ingresso dei cortile, formano una rientranza atta a permettere un'ampia visione prospettica particolarmente scenografica e suggestiva.
Motivi di particolare interesse si trovano anche all'interno della villa. Tra le molte sale segnaliamo la "sala delle colonne", con l'originale pavimento in seminato alla veneziana; la sala ora riservata al sindaco, con una particolare copertura a cassettoni; la "sala rosa", così chiamata per le belle decorazioni della volta. Accanto alla sala delle colonne, con la sagrestia e l'abitazione del cappellano, vi era la cappella dei Carminati con l'altare opposto alle finestre che davano sul retro della villa così da permettere al popolo di "spiare" le varie funzioni religiose.
La villa, dotata anche di scuderie, era circondata da un grande parco ricco di varie specie di selvaggina così da essere spesso teatro di battute di caccia che vedevano partecipi molti rappresentanti dell'aristocrazia milanese. A tale proposito si afferma che anche re Umberto, grande appassionato di caccia, abbia partecipato a diversi incontri soggiornando tra le mura di Villa Carminati.
Nel 1921 l'enorme parco nel quale era immersa la villa venne venduto e quindi suddiviso in vari lotti. Nello stesso anno l'Amministrazione comunale acquistò la Villa Carminati di Brambilla per 350.000 lire, grazie anche a generosi contributi di alcune famiglie industriali castellanzesi (Binda, Cantoni, Pomini, Soldini).
Dopo i primi lavori di restauro, si procedette ad una serie di opere atte a rendere la struttura idonea al nuovo ruolo assegnatole: Palazzo Municipale - sede del Comune di Castellanza. Molteplici furono poi gli interventi durante il corso dei tanti anni trascorsi: di adeguamento, di manutenzione, di recupero e conservazione. Diverse anche le azioni di carattere urbanistico riguardanti le aree adiacenti il Palazzo che hanno contribuito alla sua valorizzazione, accentuando sempre più le caratteristiche di spazio pubblico. Un ruolo, quello del Palazzo Carminati Brambilla, che come sede municipale è stato indubbiamente onorato nei tanti anni trascorsi. Ora necessitano opere di restauro e di adeguamento funzionale per le quali si è proceduto ad uno studio accurato e ad una precisa progettazione degli interventi atti sia a razionalizzare, adeguare e normare i vari spazi, sia a salvaguardare e meglio valorizzare tutti gli aspetti architettonici, storici e artistici di cui è ricco l'edificio. L'articolazione dei lavori previsti si può così schematicamente riassumere: restauro della copertura, la cui superficie è di mq 1.577, e delle facciate, con uno sviluppo totale di mq 3.069, con rimozione dei serramenti esterni e ove possibile restaurati; restauro e consolidamento volte del corpo centrale con idonei interventi di carattere tecnico/normativo; creazione di corpo storico e museale per una superficie di mq 647 da destinarsi ad area espositivo/museale, con interventi di restauro conservativo dei vari affreschi e decorazioni presentì nelle varie sale interessate; interventi per le zone funzionali quali uffici, sale di riunione, archivi e depositi, mirati ad una razionalizzazione e redistribuzione degli spazi, oltre a tutte le opere relative agli impianti tecnologici. Una serie di interventi dunque di grande rilievo che esigono un notevole impegno finanziario previsto in complessivi 3.740.000 euro. Un impegno importante, frutto di una scelta studiata e voluta per garantire servizi migliori e razionalità di utilizzo di spazi pubblici, oltre al recupero, salvaguardia e valorizzazione di un patrimonio storico e artistico che sarà sempre più sentito come un bene della città, da vivere veramente come la "casa comune" di tutti i suoi abitanti.

11/20/2003

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