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La scherma nel cotonificio

A Busto Arsizio la gloriosa associazione sportiva di scherma "Pro Patria et libertate" trova spazio, con una nuova e grande palestra, nell'ex-Cotonificio Bustese. L'impegno dell'amministrazione civica e quello dell'associazione schermistica uniti nella promozione di uno sport antico e nobile.


Laddove pulsava il cuore dell'economia bustese, oggi, accanto alla testimonianza della Busto del tessile, inizia a battere quello della cultura declinata allo sport. Anzi, alla scherma, disciplina che grazie alla Associazione schermistica dilettantistica "Pro Patria et libertate" non si consuma solo su una pedana di metallo lunga quattordici metri.
Sarebbe riduttivo limitarsi a sottolineare i tanti pregi della nuovo tempio della scherma, che da un lato ha permesso agli schermitori bustesi di "riemergere" e brillare alla luce del sole dopo anni passati in un locale seminterrato e, dall'altro, consente agli atleti di allenarsi nelle migliori condizioni. La struttura di via Galvani, splendido esempio di una possibile convivenza tra sport, tradizione e storia, infatti ha intrinseche notevoli potenzialità che fondono sport e cultura e che al contempo nobilitano questa disciplina antica intrisa di letteratura. Qualità, queste, che hanno portato il presidente della Federazione italiana scherma Giorgio Scarso a giudicare il progetto realizzato "la migliore palestra nell'intero panorama nazionale", ma anche Cesare Vago, presidente della Pro Patria scherma ad esclamare che "ora Busto Arsizio può vantare di avere un'accademia della scherma che, dal 7 giugno prossimo, giorno dell'intitolazione ufficiale, porterà il nome di Andrea Felli, uno dei nostri migliori atleti".
Ma per capire l'importanza, oltre che la bellezza, del luogo in cui si forgiano i campioni di fioretto, spada e sciabola occorre visitare i 1.500 metri quadrati dell'area, dove vi sono dieci pedane metalliche (tutte elettrificate), spogliatoi e uffici. Tutto sotto un unico e nobile tetto, quello dell'ex-Cotonificio Bustese, già in parte ristrutturato per ospitare il Museo del Tessile, dove la luce irrompe attraverso le grandi vetrate illuminando l'ambiente. L'abbondanza di spazi poi permette anche di accogliere il museo che diverrà l'anello di congiunzione tra gli atleti che salgono in pedana e gli appassionati e studiosi di questo affascinante e elegante sport. Ed anche in questo caso il punto di forza sarà il trait d'union tra tradizione e innovazione, tra memoria storica e utilizzo di attrezzature tecnologiche. Non solo, ma la creazione di un museo rafforza la scelta fatta e a livello culturale regala un contiguità armoniosa con l'adiacente teca del tessile bustese che da anni custodisce i macchinari che hanno fatto la storia della città e di questo settore imprenditoriale.
"Miglior collocazione non si poteva trovare", spiega Giancarlo Toran, presidente dell'Associazione italiana maestri di scherma, maestro delle tre specialità schermistiche, da venticinque anni alla Pro Patria, che vanta una ricca bacheca di allori personali e ha contribuito a dare lustro mondiale alla società bustese, nella cui bacheca, non bisogna dimenticarlo, insieme a un centinaio di titoli italiani, una decina di trofei mondiali, brilla l'unica medaglia olimpica della storia sportiva cittadina: quella della fiorettista Daniela Crosta, bronzo a Sidney. "Quello a cui daremo vita sarà il nucleo del museo cittadino dello sport, ma anche il Museo nazionale della scherma - continua Toran - Nella sala non ci limiteremo a una semplice esposizione di armi, ma i visitatori potranno ammirare anche le attrezzature di completamento che difficilmente vengono conservate". Ma l'originalità saranno le differenti aree tematiche: "Grazie alla Donazione Longhi avremo a disposizione attrezzature, iconografia, trattati tecnici e manoscritti che consentono di ricostruire la storia delle scherma. Gli studiosi poi troveranno filmati e immagini e, oltre alla storia della scherma bustese, i visitatori potranno scoprire anche tutte le discipline che affiancano questo sport e che contemplano la preparazione atletica, la formazione psicologica e gli studi sulla tattica". Non sarà un museo statico, ma frizzante, brioso e capace di declinarsi a seconda delle esigenze di chi lo visita. Potenza della tecnologia e della multimedialità che permetteranno di "disegnare" percorsi didattici a seconda dell'interesse con cui si guarderà il materiale esposto. "La vitalità di questo museo - ha concluso il maestro Toran, unico dagli anni Quaranta a oggi ad avere vinto i Campionati dei maestri nelle tre armi - verrà suggellata al termine del percorso, quando si avrà l'opportunità di salire in pedana e provare, sotto l'occhio dei maestri, a tirare di scherma".
Insomma c'è tutto per alimentare la tradizione vincente e ultracentenaria della società. Anche Cesare Vago è un presidente felice: "Abbiamo aspettato tanto questo momento ed è giusto riconoscere il merito di Gianfranco Tosi, l'ex primo cittadino, che ha impostato il discorso e dell'attuale sindaco Luigi Rosa che ha confermato la scelta del suo predecessore rendendola attuabile. E se Palazzo Gilardoni ci ha dato la struttura, noi metteremo la linfa sportiva per raggiungere l'ambizioso obiettivo di donare a Busto una seconda medaglia olimpica".

05/05/2005

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