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Unione degli Industriali della Provincia di Varese
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Chiamatelo distretto aerospaziale

L'Unione Industriali della Provincia di Varese chiede alla Regione che venga valorizzata e riconosciuta ufficialmente una filiera produttiva che dal Varesotto si estenda in tutta la Lombardia. Realtà che intanto all'Aerospace di Torino ha cominciato a fare sistema, mettendosi in mostra.

Da sinistra: Giuseppe Orsi, Michele Graglia, Giorgio Brazzelli
Quattro: i mesi di distanza tra il primo volo su un pallone aerostatico dei fratelli Montgolfier, avvenuto in Francia il 21 novembre 1783, e quello sui cieli di Gallarate datato 26 febbraio 1784. Tre: gli anni passati tra il primo volo dei Fratelli Wright (1903) e i primi esperimenti dell'ingegnere Enrico Forlanini con un biplano sul Lago Maggiore (1906). Due: gli anni che mancano alle celebrazioni per il centenario delle prime sperimentazioni su prototipi aerei dei fratelli Caproni a Cascina Malpensa (1910). Una: la passione del volo che accomuna il territorio della provincia di Varese.
L'esistenza, nei fatti, di un vero e proprio distretto dell'industria aerospaziale che dall'area varesina si estende in tutta la Lombardia sta, oltre che nella storia, nei numeri: la provincia all'ombra delle Prealpi è la culla di una filiera di più di 100 imprese, che, con oltre 8mila addetti, produce da sola il 30% dell'export nazionale del settore. Una realtà sulla quale l'Unione degli Industriali della Provincia di Varese ha voluto puntare i riflettori, organizzando un censimento bottom-up (dal basso) i cui risultati sono stati presentati in un convegno. Il titolo dell'evento è stato: "Distretto aerospaziale lombardo: un'opportunità da cogliere". Poche parole che riassumono il messaggio lanciato alle autorità politiche regionali, a quelle provinciali e agli operatori del settore piccoli e grandi: in Italia alcune Province, supportate dalle Regioni di appartenenza, in particolare Piemonte, Campania, Puglia e Lazio, si stanno muovendo in maniera compatta allo scopo di dar vita a un distretto nazionale. Di fronte a questo scenario di grande fermento, la Lombardia non può permettersi di stare ferma.
"Tutte queste regioni - ha spiegato nel suo intervento il presidente dell'Unione Industriali, Michele Graglia - puntano molto concretamente sulla valorizzazione del settore aerospaziale come opportunità di sviluppo per sé e per la capacità di trascinare in una spirale di crescita un'ampia ed articolata filiera. Sono aree che stanno dimostrando di crederci dedicando risorse al sostegno della ricerca e all'internazionalizzazione nel settore. Dobbiamo essere messi in grado di competere con tutte queste aree italiane, ma anche con quelle estere come il South Carolina e Tolosa".
Obiettivo: valorizzare e sostenere lo sviluppo di quello che si può definire un vero e proprio capitale di conoscenze. Emerso in tutta la sua importanza e in tutto il suo peso dalla mappatura del tessuto produttivo del comparto effettuata dall'Unione Industriali.
Numeri, cifre, tabelle che hanno evidenziato come l'industria aeronautica sia in grado di produrre ricchezza e crescita di lungo periodo per tutto il territorio. Due i dati che dimostrano questa affermazione più di altri. In primo luogo quello relativo alla spesa in ricerca sostenuta dalle imprese di Varese, che si conta in centinaia di milioni di euro annui. Un lavoro di sviluppo di prodotti e processi, che non limita i propri benefici ai confini del comparto. I progressi raggiunti nell'aeronautica vengono poi applicati anche in altri settori come la meccanica, i macchinari, la produzione di elettrodomestici, di antifurti, la domotica e persino le fonderie. Altro dato messo in evidenza durante la presentazione dello studio è stato quello degli assunti in provincia nel 2007. Per quanto riguarda le sole realtà produttive più importanti, si parla di 720 avviamenti al lavoro, il 35% dei quali ha riguardato personale laureato. "In pratica - ha sottolineato Paola Margnini, responsabile dell'ufficio studi dell'Unione Industriali - è come se in un anno fosse nata sul territorio un'impresa al alto contenuto di conoscenza (brain intensive) di grande dimensione". Tutto questo dimostra che ogni sostegno dato all'industria dell'aerospazio, è un sostegno all'economia di tutta una provincia, di tutta una regione.
Ricerca e nuove assunzioni, ma non solo. Numeri positivi sono emersi anche dalle rilevazioni tratte dai dati Coeweb Istat sulle esportazioni. Nel 2007 in provincia di Varese, è stato creato il 30% dell'export italiano legato all'aerospazio. Con merci per un valore di 1.059 milioni di euro. In pratica, Varese ha esportato come la Campania e il Lazio messe insieme, il doppio di tutto il Piemonte. Spostando lo sguardo sulla media del triennio 2004-2006 l'industria del Varesotto si ritaglia una quota del 23% contro il 14% della provincia di Torino, il 12% di Roma, il 17% di Napoli e il 34% del resto d'Italia. Risultato: nessuna provincia esporta prodotti dell'aeronautica quanto Varese, anche perché è qui che risiedono alcuni dei più importanti velivolisti.
Chi produce tutto questo? Un intero "sistema", fatto di realtà produttive grandi, piccole e medie. Sommando gli operatori specializzati, strettamente aeronautici, tutta la rete di fornitori, dei servizi e del commercio dei materiali connessi, si arriva a 117 imprese per un totale di 8.363 addetti. In tutta la Lombardia si parla di 207 imprese per quasi 12.300 addetti. Queste le stime, in progress, emerse dal lavoro di raccolta dati effettuato dall'Unione Industriali.
Un vero e proprio patrimonio industriale, fatto di storia, prodotti, innovazione e uomini, che negli anni si è fatto distretto. Sul campo già esiste, ora manca il riconoscimento. Politico e istituzionale. In attesa che arrivi, occorre mettersi in mostra. Così come è avvenuto a fine marzo ad Aerospace, la Business Convention internazionale sull'industria aeronautica, dello spazio e della difesa che si è svolta a Torino. E alla quale hanno partecipato 15 imprese del territorio, unite da una sola immagine: quella dello stand "Varese Aeroindustry" organizzato dalla Camera di Commercio, su input dell'Unione Industriali. Prima uscita pubblica di un metadistretto che spera presto di spiccare il volo.

Hanno detto

Non solo imprese del territorio. Al convegno "Distretto aerospaziale lombardo: un'opportunità da cogliere", organizzato dall'Unione Industriali, hanno partecipato realtà produttive provenienti da tutta la Lombardia e da alcune regioni del Nord Italia. In tutto, 250 presenze per un appuntamento al quale sono intervenuti, tra gli altri, anche il presidente della Camera di Commercio di Varese, Bruno Amoroso; Giorgio Brazzelli, presidente di Alenia Aermacchi Spa e Giuseppe Orsi, amministratore delegato di AgustaWestland Spa.
"Nella produzione di aerei, elicotteri e componenti per l'industria del volo - ha affermato Bruno Amoroso - vantiamo primati ed eccellenze mondiali. Siamo un territorio che negli anni ha saputo costruirsi la caratteristica della multidistrettualità, contando su un patrimonio imprenditoriale di grande rilievo".
Da qui la convinzione di Giorgio Brazzelli che "la filiera aerospaziale varesina, 'La provincia con le ali', e più in generale la regione Lombardia, per il suo peso in termini di export e numero di addetti, necessita di un vero e proprio status di distretto aerospaziale. Questo potrebbe migliorare e focalizzare l'indotto delle piccole e medie imprese su attività e prodotti ad alto valore aggiunto che, grazie all'elevata tecnologia, siano così in grado di competere con la globalizzazione derivante dai Paesi in via di sviluppo".
D'accordo Giuseppe Orsi: "Siamo convinti dell'utilità di un'azione coordinata di un distretto per lo sviluppo della filiera aerospaziale varesina. Daremo la nostra piena collaborazione per il successo dell'iniziativa, augurandoci che la leadership mondiale di AgustaWestland abbia un contributo sempre più forte dalla filiera varesina e possa così sempre più aiutare lo sviluppo industriale e occupazionale del territorio".

04/04/2008

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