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Lura, il parco riscatta il degrado

Gli agenti inquinanti erano riusciti a distruggerlo, ma gli interventi di ripristino ambientale hanno restituito una nuova vita al torrente Lura, dove i nostri nonni facevano il bagno la domenica e pescavano gamberi e trote. Magari tra qualche anno…


C'era una volta, nell'alta Lombardia, un torrente… Potrebbe essere l'inizio di una storia la cui realtà si è persa nella notte dei secoli, oppure potrebbe essere l'inizio di una nuova storia che potrebbe concretizzarsi nel giro di pochi anni.
Parliamo del torrente Lura, che dà il nome ad un parco decisamente fuori dal comune, che inizia nell'alta pianura lombarda, allo sbocco delle grandi valli prealpine e coinvolge ben nove comuni: Guanzate, Cadorago, Cermenate, Bregnano, Lomazzo, Rovellasca, Rovello Porro, Saronno e Caronno Pertusella. Nove comuni e tre provincie, quelle di Milano, Varese e Como. L'idea di realizzare il Parco del Lura nacque nel 1980, quando le amministrazioni comunali dell'attuale parco si riunirono in un consorzio di depurazione e decisero di costruire 30 chilometri di grandi collettori fognari per raccogliere i reflui dei centri abitati e delle industrie, coinvolgendo, come ultimo comune, Caronno Pertusella, nel cui territorio fu installato un grande depuratore. Dall'idea della prevenzione dell'ambiente a
quella della valorizzazione del territorio il passo fu breve, anche se ci vollero quindici anni per definire l'esatta perimetrazione del parco e rendere omogenei i piani delle singole amministrazioni e finalmente, nel 1995, la Regione Lombardia riconobbe il territorio come "Parco della Valle del Lura". In tutti questi anni l'area protetta ha avuto comunque la possibilità di farsi conoscere per merito di gruppi di volontariato e associazioni che con le loro camminate ecologiche hanno portato centinaia di persone e di alunni delle scuole secondarie lungo i percorsi del parco.
Il percorso ciclo-campestre si snoda per circa 35 chilometri ma non tutti, ancora, sono fruibili in modo agevole. Un progetto già varato, ma ancora nella sua fase iniziale, prevede un "piano boschi", il cui obiettivo è quello di censire la vegetazione presente nel parco; un altro studio riguarderà la morfologia del territorio. Infatti, tutta l'area interessata è caratterizzata da una successione di strati geologici formatisi in seguito alle ultime glaciazioni. Il torrente Lura, nel corso dei secoli, ha scavato il suo letto tra le morene glaciali per scendere verso sud e immettersi, a fine percorso, nell'Olona.
Curiosando tra le memorie storiche dei nativi, abbiamo scoperto che il torrente Lura, in realtà è… femmina, "la Lùra" come ancora oggi la chiamano gli anziani dei comuni dove il torrente passa. Nelle sue acque, i ragazzi di allora andavano a fare il bagno la domenica, quando il lavoro nei campi lo permetteva e le donne lavavano i panni nelle sue acque pulite. Nella Lùra si pescavano gamberi e trote e queste testimonianze, questi frammenti di ricordi, non appartengono al grande passato ma è sufficiente ritornare agli anni antecedenti l'ultima guerra quando il Lura, era "vissuto" come una realtà territoriale cui fare riferimento.
Poi, dal dopoguerra e fino a qualche lustro fa, anche la storia del Lura è stata segnata dal degrado. In pochi decenni, gli inquinanti sono riusciti a cancellare qualsiasi forma di vita in questo corso d'acqua. Negli ultimi anni, un grande lavoro è stato fatto con la costruzione dei primi depuratori e, per quanto riguarda il ripristino ambientale, il Consorzio della Valle del Lura, sta ottenendo buoni risultati. Secondo gli amministratori del parco, i ricordi del passato torneranno a far parte del presente, perché l'area sta ricominciando a vivere e vuole diventare sempre di più un riferimento per la popolazione della zona.
Lungo il suo percorso, il parco attraversa nove comuni con una popolazione stimata intorno alle 90.000 persone. Sentieri naturalistici, piste ciclo-campestri, laghetti artificiali per la pesca sportiva, percorso vita, museo delle api e altre "chicche" sono tutte da scoprire: per esempio, immerso in un bosco di carpini, si trova un tipico roccolo dove, in passato, veniva praticata l'uccellagione e poi l'antica Cascina delle Tre Grazie, la cui memoria si trova ancora in un documento del 1652.
A salvaguardia del parco, a partire dagli anni '70, ci sono le Guardie Ecologiche Volontarie, incaricate dal Presidente della Giunta Regionale di svolgere un servizio di monitoraggio dell'area, collaborare in caso di calamità naturali e promuovere presso i cittadini e le scuole l'amore e il rispetto per la natura. Negli ultimi anni sono state molte le scuole che, in compagnia delle Guardie Ecologiche, hanno potuto scoprire i percorsi naturali del parco, conoscere le realtà della natura, imparare ad ascoltare il canto degli uccelli e, perché no, vedere da vicino come è fatta una mucca.


PER SAPERNE DI PIU':

Consorzio Parco del Lura
Largo Clerici, 1 - Cadorago (Co)
Tel. e fax 031 905069
e-mail: parcolu@tin.it
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Tanto verde e tanto silenzio...

Il Parco della Valle del Lura è caratterizzato dal lento e a volte impetuoso corso d'acqua, "la Lùra", come la chiamano affettuosamente gli abitanti dei luoghi. La superficie è di circa 924 ettari e si snoda nelle provincie di Como, Milano e Varese. Si tratta di un ambiente tipico lombardo con boschi di robinie, residui di pineta e filari di ontano nero, diffusi soprattutto lungo le sponde del torrente. Passeggiando lungo i sentieri, tutti di facile percorrenza, si possono trovare castagni, ciliegi e betulle. Nel comune di Guanzate, una collinetta è stata rimboschita con querce rosse.
La fauna è presente ma in modo discreto e non sempre, pur percorrendo il parco con rispetto, è facile incontrare qualche esemplare. Sono comunque presenti la faina, lo scoiattolo, il tasso, le lepri e i ghiri e gli agricoltori affermano di vedere spesso anche la volpe. Nell'aria, passeggiando o pedalando, si sentono cinguettare molte specie di uccelli e si possono riconoscere il picchio, che non si vede ma si sente il suo caratteristico picchiettio, le cinciallegre e i colombacci, che la fanno un po' da padroni, ma sono presenti moltissime altre specie di volatili. Al tramonto non è difficile veder passare il gheppio, un piccolo rapace della famiglia dei falconidi che si appresta, all'imbrunire, a cacciare topi e lucertole.
Nessuna difficoltà a percorrere i sentieri. Le uniche precauzioni da osservare riguardano le scarpe adatte e, preferibilmente, dei calzoni lunghi, in quanto non si esclude la presenza di rettili come le vipere che però, a onor del vero, scappano quando sentono giungere il rumore dei passi.
All'interno del parco ci sono campi coltivati a mais, frumento, segale e altre colture tipicamente lombarde, che si alternano a zone boschive ombreggiate e piacevoli, che costeggiano il torrente Lura. Tanto verde e tanto silenzio, interrotto solo dal cinguettare degli uccelli, inducono ad un rilassamento naturale e, dopo questa lunga passeggiata, ritornare nella cosiddetta civiltà diventa quasi faticoso.
Il Parco del Lura è facilmente raggiungibile con le Ferrovie Nord e l'autostrada A9 Milano/Como/Chiasso. L'itinerario può iniziare sia da Saronno, estremo sud dell'area, sia a nord da Appiano Gentile o Fino Mornasco.

11/15/2001

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