Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

Saronno, il futuro è il Malpensa Express

Il Sindaco Gilli: "Questa linea può dare uno slancio positivo al domani della città". Ma prima bisogna risolvere i problemi di una viabilità caotica.

Il Sindaco di Saronno Pierluigi GilliL'impressione è proprio quella di essere in un girone dell'Inferno dantesco. L'accesso a Saronno sia dall'Autolaghi, sia dalla statale Varesina è ogni giorno di più sempre maggiormente caotico, con una lunga sequela di mezzi pesanti che sono bloccati nella loro circolazione da semafori e stop in serie e che, a loro volta, impediscono il fluire delle auto private.

“Ed è una situazione allucinante anche, e forse soprattutto, sul piano amministrativo, quella della principale via d'ingresso alla nostra città - sottolinea amaramente il Sindaco Pierluigi Gilli -. E' un muro contro il quale sbattiamo da tempo: pensi che nei due chilometri e mezzo che separano i grandi magazzini di Gerenzano, con i problemi di circolazione annessi, dalla Novartis di Origgio si susseguono - ciascuno con le proprie competenze - i Comuni di Gerenzano, Saronno, poi ancora Gerenzano, di nuovo Saronno, Uboldo, un'altra volta Saronno e, infine, Origgio.
Non bastasse questo problema, c'è quello rappresentato dall'uscita dell'Autolaghi che s'immette sulla Varesina.
Oltretutto,
proprio nei giorni scorsi la Società Autostrade ha detto di no a interventi di alcun genere su questa uscita…”

Signor Sindaco, allora è una situazione disperata…

“No, perché insieme ai colleghi di Uboldo e Origgio stiamo lavorando a un progetto che ritengo piuttosto interessante. Dopo aver completato il prolungamento di viale Lombardia, sarebbe cosa facile allungarlo ulteriormente di poche centinaia di metri, così da permettere di dar vita lì a una nuova uscita autostradale. Chi dall'Autolaghi è diretto a Monza potrebbe utilizzare questa soluzione, evitando il traffico infernale dell'attuale incrocio. Certo, serve il via libera della Società Autostrade, che, invece, per il momento ci ha solo confermato la volontà di realizzare una terza corsia da Lainate fino a Cermenate il giorno in cui verrà inaugurata la Pedemontana. Mah…
Noi, comunque, non ci abbattiamo: anzi,
insieme a Gerenzano costruiremo delle rotatorie per iniziare, almeno, ad alleviare il problema”.

Non è che all'interno della città la situazione sia migliore… Che fine ha fatto il Piano urbano del traffico?

“C'è e lo si sta attuando, anche se io resto piuttosto perplesso di fronte a un Piano teoricamente molto bello, ma che non tiene conto pienamente di quelle che sono le esigenze dei cittadini, giuste o non giuste.
I cittadini con l'automobile si muovono! Non possiamo porci in termini solo e soltanto di divieti!”

Diamo uno sguardo al futuro di questa città. Come se lo immagina: da polo esterno di Milano, oppure completamente inserita nell'area varesina e dell'Alto Milanese?

Il Santuario di Saronno“Noi non ci sentiamo né Varesotti, né Milanesi, né Comaschi, men che meno appartenenti alla Brianza: questa è la verità. Siamo in mezzo a tre province e ciò comporta difficoltà di non poco conto.
La fortuna di Saronno, però, è stata ed è quella di essere dalla fine dell'Ottocento un centro nevralgico per le Ferrovie Nord. Oggi sembrano rappresentare un ostacolo, perché le linee dividono il territorio in due parti. Non dimentichiamoci, peraltro, che Saronno dispone dell'unica fermata del Malpensa Express.
Il futuro che ci appartiene credo sia quello di una città qualificata dai servizi che può offrire.
Da Saronno a Malpensa bastano venti minuti di treno e ancora meno tempo occorre per raggiungere sui binari Milano. Poi, con il Passante ferroviario, la possibilità di ripristinare la linea per Seregno e, quindi, per Bergamo e l'altro aeroporto di Orio al Serio avremo l'opportunità di essere di nuovo il punto cruciale di una rete di collegamento vitale per l'intera Lombardia. Il commercio, che è un'altra pietra portante dell'economia saronnese (è nato prima il mercato, dopo la città), non potrà non trarne beneficio. Commercio che, comunque, deve sapersi adattare a queste nuove esigenze. Penso soltanto alla questione degli alberghi”.

Sono ancora le Ferrovie Nord, allora, che nel bene e nel male possono determinare lo sviluppo saronnese.

La stazione delle Ferrovie Nord“Beh, è un dato di fatto. Così come è sicuro che le stesse Nord siano proprietarie di ben centodiecimila metri cubi di volumetria nella zona centrale.
Vorrei aggiungere che la stazione di Saronno Sud dovrebbe essere potenziata e non lasciata in uno stato quasi di abbandono: i treni che vi fermano sono troppo pochi!
Quanto alla stazione principale, debbo far osservare ai cittadini che gli spazi fisici attorno a questa struttura sono limitati. Non ci si può sempre lamentare!
La aree di sosta ci sono: il silos di fianco al comune, distante non più di trecento metri dalla stazione, è sempre semivuoto!
Di sicuro, nell'ambito della sperabile ripresa dell'iniziativa sulle aree dimesse che ci sono dietro la stessa stazione, si potrà pensare a un nuovo parcheggio”.

A proposito di aree dimesse: della Cantoni che cosa ne facciamo?

“Diciamo subito che l'area Cantoni al momento non è dismessa, perché la fabbrica non è ancora stata chiusa.
La precedente Amministrazione, nella Variante al Piano regolatore, aveva ritenuto opportuno di mutare destinazione a un settore del complesso della
Cantoni, prevedendo la possibilità di un uso commerciale.
Si pensava con ciò di favorire, valorizzandone una parte, lo sviluppo dell'attività industriale dell'impresa. Abbiamo visto i risultati.
Personalmente, ritengo del tutto improponibile un'area commerciale in quella sede: è una zona che ne verrebbe completamente snaturata e la viabilità, già difficile, salterebbe in aria completamente”.

Rimaniamo in tema: almeno per gli altri stabili dismessi ci sono delle idee?

Il Municipio“L'area principale, quella dietro la stazione cui abbiamo già accennato, è divisa in tre proprietà.
Una ha stabilito una convenzione con il Comune fin dalla precedente tornata amministrativa, realizzando un intervento; dovrebbe essere imminente, poi, una proposta per dar continuità al progetto.
Le altre due proprietà, invece, tacciono e questo ci dispiace, anche perché perdiamo l'occasione di dar vita a interventi importanti: pensi che sul piano viabilistico sarebbe possibile realizzare un asse d'attraversamento est-ovest alternativo a quello via Marconi-via Caduti della Liberazione”.

In queste aree, e in altre zone della città, c'è spazio per ridare fiato alla vocazione industriale di Saronno?

Una delle aree industriali dismesse“Bisogna intendersi sul significato da attribuire al termine industriale.
Di certo, non c'è spazio per i grandi insediamenti produttivi: la città è piccola, neanche undici chilometri quadrati.
C'è, invece, la possibilità di garantire lo sviluppo ad aziende di dimensioni medio-piccole; forse più piccole che medie”.

Dove? In quali zone della città?

“La parte a sud della più grande area dismessa, in fondo a via Milano, all'incrocio con via Varese, si presta bene a piccoli insediamenti.
Le altre aree dimesse, invece, sono talmente caratterizzate dalla tipicità della vecchia struttura produttiva che non mi sembrano utilizzabili a tal scopo”.

Un ultimo argomento, di grande importanza per il mondo dell'economia: l'apertura degli uffici Inps. Tante promesse, nessun risultato…

Il sottopasso ferroviario“Il termine promesse non mi tocca. L'Inps anche con la precedente Amministrazione era rimasta in ballo per anni.
Alla fine era stata individuata una struttura: si trattava di una scuola, della quale, peraltro, noi faremo ben diverso uso.
Una delle mie prime iniziative da Sindaco è stata quella di incontrare
rappresentanti dell'Inps, che mi hanno proposto un contratto assolutamente impresentabile sotto ogni punto di vista.
Non si può chiedere al Comune di Saronno di dare in locazione a un certo canone un intiero immobile con le opere a scomputo: non avremmo percepito niente e, per di più, loro si riservavano il diritto di andarsene dopo tre anni.
Alla fine del 1999, poi, ci hanno comunicato che avrebbero cercato un'altra soluzione, questa volta sul mercato privato. Non li ho più né visti, né sentiti.
Da voci che mi sono giunte pare che l'Inps recentemente si sia interessato a un edificio che si sta costruendo in città”.

11/06/2000

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa