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A Luino l'architetto di Vittorio Sereni
Per la prima volta esposta a Palazzo Verbania la più vasta documentazione della vita letteraria del Novecento
Una delle ultime testimonianze di un'epoca e di una civiltà. Il giudizio è di Dante Isella, curatore delle carte dello scrittore Vittorio Sereni (1913 -1983) che costituiscono l'archivio luinese, acquisito dagli eredi, e ora conservato e gestito a cura del Comune per conto proprio e della Regione Lombardia. Il riferimento riguarda in particolare quel nucleo di ben seimila lettere che si dice rappresentino la più vasta documentazione della vita letteraria del Novecento indirizzate a Sereni da poeti e scrittori amici o desiderosi di mettersi in contatto con lui per sollecitarne il giudizio, il sostegno, l'autorevole critica. Parte di quella preziosa mole di carte è per la prima volta offerta al pubblico in una mostra in corso a Palazzo Verbania, primo assaggio, per studiosi e ammiratori dello scrittore, dell'intero fondo, la cui definitiva destinazione dovrebbe essere, sempre in Luino, a Villa Hussy. La Regione ha infatti giustamente voluto privilegiare quale luogo di conservazione e di memoria, tra i tanti della vita dell'autore di Frontiera, il paese natale di Sereni.
Per tornare all'epistolario, così lo ha definito lo stesso Isella nella rivista luinese Il Rondò: "un dialogo a più diversi livelli, da quello dell'amicizia confidente a quello dell'attenzione prestata con rara generosità anche all'ultimo esordiente: sempre con la disposizione a non negarsi, a non lasciarsi sfuggire nessuna occasione di stabilire un incontro sul piano dell'intelligenza e della sensibilità". Tra i tanti nomi dei grandi figurano Sibilla Aleramo, che gli inviò un'unica lettera nel 1947, la grande triade dei poeti Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti e Umberto Saba, ma anche l'amico collega Attilio Bertolucci, con un ininterrotto carteggio dal 1936 al 1980, e ancora Carlo Betocchi, Corrado Alvaro, Riccardo Bacchelli, Giorgio Bassani, Carlo Bo, Valentino Bompiani. Ma la straordinaria importanza dell'archivio Sereni - che sarà messo a disposizione di studiosi e estimatori del poeta una volta completato il lavoro di riordino - è data anche dalle preziose carte autografe di testi, manoscritti e dattiloscritti di poesie e prose. Sereni fu infatti anche raffinato prosatore e sono oltre quattrocento le sue prose edite.
Entrano infine nel fondo Sereni le traduzioni - figurano tra gli autori preferiti Apollinaire, René Char, Carlos Williams - e le numerose collaborazioni di colui che fu per anni direttore editoriale della Mondadori, nonché indiscusso scopritore di talenti letterari : tra questi l'amico Piero Chiara. Sereni, scopertane la vena narrativa, lo incitò a scrivere. E Piero gli presentò i primi due capitoli di quello che sarebbe diventato un best-seller: Il piatto piange. Fu l'inizio di un successo destinato a non finire mai.
Non è un caso che accanto all'archivio di Sereni troveranno posto anche molte carte di Chiara. Un appuntamento definitivo, per i due amici scrittori, nella loro Luino.
03/06/2000
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